sabato 23 luglio 2016

Sages comme des images

La mamma italiana in viaggio si muove sempre circospetta, temendo che gli astanti identifichino la nazionalità dei propri figli prima ancora che abbiano aperto bocca. In Francia, poi, si rischia sempre la honte. Perché qui si hanno molto chiare su come i bambini vadano educati, e su come debba essere (o almeno presentarsi in società) un bambino beneducato (bien élevé): non solo saluta per primo gli adulti (potere del BAM: Bonjour-Au revoir-Merci) e porge la guancia a ogni bisou, ma non interrompe gli adulti mentre parlano. Anzi, evita di sedersi a tavola con loro per non disturbarli, mangia la sua soupe senza capricci (e guai a giocare col cibo: quelle bêtise, una bestialità), impara prestissimo ad addormentarsi senza troppe storie alle 8 di sera per lasciarli in pace. Con gran sollievo della maman, che può tornare in tempi record in forma, al lavoro e alle uscite di coppia o entre copines.
Qualche anno fa, il libro di una giornalista americana trasferitasi a Parigi, Pamela Druckerman, ha trasformato gli stereotipi dell'educazione alla francese in una sorta di decalogo. Per smontare col sorriso le preoccupazioni della mia amica neomamma di stanza a Parigi, ho scritto per lei un decalogo della mamma italiana, che ripasso per ritrovare l'orgoglio della differenza.

1. La Mamma non si preoccupa di viziare la figliolanza, né di inquadrarla in un sistema di regole a beneficio della comunità: per prima cosa ama, e lo fa in modo esclusivo, incondizionato, pieno di tenerezza e apprensione.
2. La Mamma è generosa fino al sacrificio di sé. Vive l'oggi costruendo il domani della figliolanza, incurante delle leggi della reciprocità.
3. La Mamma, succeda quel che succeda, mette la figliolanza a tavola tre volte al giorno. Nutre a richiesta, svezza con brodo di verdure fresche o con omogeneizzati fatti in casa, in modo che la figliolanza arrivi all'anno pronta per sedere a tavola con gli adulti, interrompendoli all'occorrenza (perché a tavola si parla, specie di cibo). Continua imperterrita a preparare due o più pietanze a pasto (con affettato fresco sempre in panchina), arrivando a congelarle per rifornire la figliolanza fuorisede (perché alla partita della vita ci si prepara mangiando).
 4. La Mamma dà enorme importanza alla prossemica: per questo le capita di urlare alla figliolanza di non urlare (in modo da rinforzare il messaggio). Dà le tottò al tavolo cattivo e alla brutta altalena pur di non minare l'autostima della figliolanza che si inzucca. Sotto il 43o parallelo, rinforza il baby talk con l'allocuzione inversa (chiama la figliolanza (a) mamma o mammina) per ribadire il primato dei ruoli familiari.
5. La Mamma cerca di insegnare la buona educazione con l'esempio, evitando di fare della figliolanza un branco di scimmiette ammaestrate. Ovviamente, ogni tanto le capita di dare il cattivo esempio, ma lo fa nella segreta speranza di essere ripresa e non certo imitata. Così facendo, del resto, prepara la figliolanza all'impatto con la società (com'è noto, le parolacce e le cattive abitudini i bambini le imparano per strada e a scuola, mica in casa).
6. La Mamma cura l'abbigliamento della figliolanza come fa per sé stessa, cercando di interpretarne (o di orientarne) il carattere. Distingue il dentro dal fuori, concedendosi e concedendo di stare in tuta e scarpe da ginnastica quando c'è da star comodi.
7. La Mamma, potendo, sta (o dice di stare) con la figliolanza perché sa che meglio di lei non sa fare nessuno. Porta la figliolanza all'asilo il più tardi possibile e a malincuore perché sa che l'autonomia si acquisisce solo a partire da una base sicura. Affida la figliolanza alla famiglia di origine non per opportunismo, ma per sopperire alle carenze del welfare e per favorire un rapporto coi nonni che entri a far parte del patrimonio interiore della figliolanza.
8. La Mamma non si cura di attraversare la città e di fare carte false per mandare la figliolanza alle migliori scuole o attività ricreative.
9. La Mamma non ha il mito della coppia, ma della famiglia. Non ha il culto della magrezza, ma della femminilità. Segue naturalmente il buon gusto, come altri il buon senso.
10. La mamma italiana è quella che invidia le altre mamme europee (le sembrano tutte più brave e rilassate di lei), è la più criticata dalle mamme europee (anche per cose banali come l'uso della canottiera, il cambio del costumino bagnato, il farsi carico di zaini e cartelle della figliolanza), ma è quella di cui tutti vorrebbero essere (o rimanere) figli.


 
 
 
 

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